Evviva!
In queste giornate di follie elleniche una, almeno una cosa è successa secondo i canoni e le regole.
Avrete avuto modo di seguire le varie tappe dello swap greco qui su I&M.
Prima la proposta, uno scambio dove i vecchi possessori di bond erano INVITATI (quindi la volontarietà del fatto era esclusivamente del creditore, notate bene) ad accettare condizioni di rinegoziazioni del debito che portavano ad un abbattimento sul nominale di una percentuale superiore al 50% (in realtà la perdità reale si aggira su un 70%), accettando un fagotto di ben 24 diconsi 24 bonds emessi in parte dalla Repubblica Ellenica e in parte dall’EFSF. Un verro “pacco” per i vecchi possessori di bond.
Ma attenzione, era necessario raggiungere il 90% di accettazione. Ma c’era la “zona franca”, quella che poteva portare al CAC.
Infatti la Grecia si era fatta la legge che se la percentuale dei bonds convertiti era tra il 75 e il 90%, la Grecia poteva “obbligare” anche chi non aveva accettato a convertire i bonds.
Ed è quello che poi è successo.
Ma attenzione: qui casca l’asino. La ristrutturazione NON è più volontaria ma è imposta. Quindi è FALLIMENTO.
Ma se allora è fallimento, i CDS devono potersi esercitare.
A decidere è chiaMata l’ISDA, quell’organizzazione presieduta (notare il clamoroso conflitto di interessi) proprio dalle principali banche mondiali. La quale ISDA fa però (secondo me) la cosa giusta e dice:
Roma, 9 mar. (TMNews) – L’uso da parte della Grecia della clausola di azione collettiva (Cac), un dispositivo coercitivo che obbligherà i creditori privati recalcitranti a partecipare alle perdite sul debito ellenico causate dalla sua ristrutturazione, farà scattare il pagamento di 3 miliardi di dollari di risarcimenti da parte delle assicurazioni stipulate contro l’insolvenza di Atene. Lo ha deciso la International, Swaps & Derivative association (Isda). Dopo la determinazione di tale organismo internazionale – riporta l’agenzia Bloomberg – un totale di 4.323 contratti di credit default swap (cds) potranno essere definiti: prima del pronunciamento i cds sulla grecia erano a rincarati a un record di 7,68 miliardi di dollari in anticipi e a un premio annuale di 100 mila dollari per assicurare 10 milioni di dollari di debito ellenico.
Se non veniva fatto scattare il pagamento, ci sarebbe stato un gravissimo fatto sui mercati finanziari. Un contratto, il CDS, avrebbe perso credibilità e con lui, tutto il mercato. Per farla breve, tutti avrebbero perso la fiducia in quanto : “inutile fare contratti, tanto poi fanno quello che vogliono”.
Invece un po’ di credibilità (per quello che serve) è stata mantenuta.
Ovviamente ora bisognerà tornare a fare i conti soprattutto coi mercati. Questi denari dovranno uscire dai bilanci delle banche emittenti (che dovranno pagare) e io non sono così certo che il mercato già scontasse tutto.
E questo lo inizieremo a vedere da lunedì, proprio dalle aperture europee.
Ma le cose più drammatiche sono secondo me DUE:
a) la prima è che secondo me questo default non è la fine della crisi greca. Ma solo l’ennesima puntata (come già detto in altri post)
b) la seconda è che si viene a creare un precedente, potenzialmente utilizzabile anche per il Portogallo, anche se (sembra chiaro) non voglia più arrivare in queste condizioni con uno stato dell’Eurozona…
Concludo quindi col dire che ovviamente il default Grecia ora è realtà. E che ci crediate o no, non è certo una novità. Pochi infatti sanno che la Grecia dal 1820 ad oggi ha già fatto 5 default… Non male eh? Beccatevi questa eccellente infografica di Bloomberg.
Intanto io vi auguro buon week end, e per il resto posso dirvi solo la vecchia frase. Stay tuned. E non temete, ne vedremo ancora delle belle insieme. Con il vostro sostegnol’informazione indipendente di I&M porterà nelle vostre case ancora tante realtà, a volte scomode, ma di certo vere.
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