L’annuncio arriva da Atene da fonti del governo greco:“L’adesione allo Swap ha superato il 75%”.Tra gli istituti ad aver aderito, ci sono: Ageas, Allianz, Alpha Bank, Axa, Banque Postale, Bbva, Bnp Paribas, Cnp Assurances, Commerzbank, Credit Agricole, Credit Foncier, Dekabank, Deutsche Bank, Dexia, Emporiki Bank of Greece, Eurobank Efg, Banca Generali, Greylock Capital Management, Groupama, Hsbc, Ing, Intesa Sanpaolo, Kbc, Marfin Popular Bank, Metlife, National Bank of Greece, Piraeus Bank, Royal Bank of Scotland, Société Générale e Unicredit. Il Commissario agli Affari Economici dell’ Unione Europea Olli Rehn ha dichiarato: “La conversione si concluderà senza problemi”, mentre John Chambers il direttore per i debiti sovrani di Standard & Poor’s: “Nonostante sia ad un passo dall’abisso, la possibilità che la Grecia vada in fallimento è difficile”. Secondo Mario Monti le adesioni allo swap greco superano il 60%, lo ha detto al termine della bilaterale con il governo serbo.
E anche secondo Charles Dallara il presidente dell’ IIF ( Istituto di Finanza Internazionale ), la partecipazione dei creditori privati allo swap del debito greco è «largamente al di sopra del 50%». «Sono ottimista sul fatto che riusciremo ad arrivare a un accordo nelle prossime ore», ha dichiarato alla stampa Dallara, senza tuttavia fornire dati aggiornati sul numero delle banche disposte a sottoscrivere l’intesa
Comunque stasera dopo le ore 21:00 si potrebbero avere delle anticipazioni su come è andato il raggiungimento del quorum, ma i dati saranno pubblicati domattina 9 marzo alle ore 07:00 QUI.
E siamo giunti all’ora X.
Due settimane di tira e molla e ora la grecia saprà a cosa va in contro: le soluzioni sono il probabile ritorno alla dracma con un default incontrollato, oppure la sottomissione totale imposta da Bruxelles, ma la salvezza della zona EU.
Il tutto dipende da come andrà il Psi, che si chiuderà alle 21
.Per chi non lo sapesse è il significato di “Private sector involvement” per il coinvolgimento dei creditori privati nel salvataggio del Paese.
In poche parole, sia le banche che i fondi di investimento che le assicurazioni e anche i risparmiatori non istituzionali che hanno in mano titoli di Stato greci sono chiamati ad accettare un taglio del valore nominale pari al 53,3%. ciò significa perdere circa il 75% dei loro soldi investiti.
Questo tipo di operazione avviene attraverso lo scambio detto appunto swap dei titoli in portafoglio con altri bond a scadenza più lunga e rendimento più basso, tipo quello che è successo in argentina e ne so qualche cosa visto che non ho aderito caparbiamente e mi ritrovo con i bond originali a valore ZERO( confido negli avvocati anche se… non mi aspetto più nulla).
Se tutto andrà come nel verso giusto, debito pubblico greco sarà meno pesante e verrà ridotto di circa 100 miliardi di euro, ritornando in parte alla sostenibilità in rapporto al Pil.
Ma c’è altro: la settimana scorsa i leader dell’eurozona hanno subordinato al successo del piano un’esborso del nuovo pacchetto d’aiuti internazionali destinato ad Atene (130 miliardi di euro). ed è per questo motivo che è necessario che l’adesione l’adesione dei creditori privati sia almeno del 90%.
Da fonti giunte direttamente da Atene dal sito internet ellenico BankingNews e segnalate dal nostro sito su Finanzaonline, che negli ultimi giorni è stato spesso utilizzato come barometro dell’accoglienza all’operazione. Secondo il sito web le adesioni all´offerta avrebbero già raggiunto il 76,6% del totale, avvicinandosi alla soglia di adesione richiesta dal governo greco e posta al 90 per cento. Ricordo che ieri c’è stato anche il via libera da ben 32 banche, comprese le italiane Unicredit, Intesa SanPaolo e Banca Generali.
Quindi sembrerebbe fatta se teniamo conto della notizia visto che il computo finale non sarebbe sotto il 75%. Quindi niente tsunami della bancarotta incontrollata. Ora dobbiamo sperare di raggiungere il 90% anche perchè se invece si rimane fra il 75 e il 90%, allora la partita si farà davvero complicata.
Il tutto dipende da come andrà il Psi, che si chiuderà alle 21
.Per chi non lo sapesse è il significato di “Private sector involvement” per il coinvolgimento dei creditori privati nel salvataggio del Paese.
In poche parole, sia le banche che i fondi di investimento che le assicurazioni e anche i risparmiatori non istituzionali che hanno in mano titoli di Stato greci sono chiamati ad accettare un taglio del valore nominale pari al 53,3%. ciò significa perdere circa il 75% dei loro soldi investiti.
Questo tipo di operazione avviene attraverso lo scambio detto appunto swap dei titoli in portafoglio con altri bond a scadenza più lunga e rendimento più basso, tipo quello che è successo in argentina e ne so qualche cosa visto che non ho aderito caparbiamente e mi ritrovo con i bond originali a valore ZERO( confido negli avvocati anche se… non mi aspetto più nulla).
Se tutto andrà come nel verso giusto, debito pubblico greco sarà meno pesante e verrà ridotto di circa 100 miliardi di euro, ritornando in parte alla sostenibilità in rapporto al Pil.
Ma c’è altro: la settimana scorsa i leader dell’eurozona hanno subordinato al successo del piano un’esborso del nuovo pacchetto d’aiuti internazionali destinato ad Atene (130 miliardi di euro). ed è per questo motivo che è necessario che l’adesione l’adesione dei creditori privati sia almeno del 90%.
Da fonti giunte direttamente da Atene dal sito internet ellenico BankingNews e segnalate dal nostro sito su Finanzaonline, che negli ultimi giorni è stato spesso utilizzato come barometro dell’accoglienza all’operazione. Secondo il sito web le adesioni all´offerta avrebbero già raggiunto il 76,6% del totale, avvicinandosi alla soglia di adesione richiesta dal governo greco e posta al 90 per cento. Ricordo che ieri c’è stato anche il via libera da ben 32 banche, comprese le italiane Unicredit, Intesa SanPaolo e Banca Generali.
Quindi sembrerebbe fatta se teniamo conto della notizia visto che il computo finale non sarebbe sotto il 75%. Quindi niente tsunami della bancarotta incontrollata. Ora dobbiamo sperare di raggiungere il 90% anche perchè se invece si rimane fra il 75 e il 90%, allora la partita si farà davvero complicata.
ATENE E’ COMUNQUE IN GRADO DI IMPORRE L’ADESIONE
Come ho già detto diverse volte, nel caso che non ci siano i paramentri di adesione stabiliti, Atene potrebbe attivare quelle che si chiamano “clausole di azione collettiva” (Cac), il che significherebbe imporre forzatamente a tutti i creditori privati di aderire allo swap e rimetterci dei soldi… tanti soldi.
I dettagli dello scambio si presenta a oggi volontario e da questo aggettivo dipende un particolare decisivo.
L’Isda (l’associazione internazionale su swap e derivati) ha stabilito una cosa importantissima, cioè che lo swap su base volontaria non costituisce un “credit event” e quindi non fa scattare i rimborsi sui Cds.
Il Cds non è altro che il “credit defaultswaps” e indica dei titoli derivati che funzionano come assicurazioni sulla vita di altre obbligazioni cioè dei titoli di Stato greci.
quindi auguriamoci che ciò non succederà anche perchè se Atene dovesse obbligare i suoi creditori( come ha già minacciato il ministro greco delle finanze) ad accettare delle perdite, senza possibilità di scelta, l’Isda rivedrebbe la propria decisione:cioè l’insolvenza della Grecia sarebbe priva di ogni tipo di pagamento dei Cds diventerebbe inevitabile.
E qui scatterebbe l’ effetto domino, ecco perchè i mercati sono nervosi e ad oggi è impossibile quantificare con precisione il disastro.
Per chi non lo sa i Cds sono scambiati su un mercato non regolamentato questo tipo di mercato viene denominato “over the counter”, tutto ciò per dire che nel tempo si sono create delle interconnessioni finanziarie che è possibile ricostruire soltanto dopo.
Quindi non si può sapere con precisione chi dovrebbe pagare chi, né le somme in gioco. Per fare l’esempio a hoc, basti pensare a Lehman Brothers e alle sue ripercussioni globali proprio seguendo questo schema, quindi ci sarebbero conseguenze al livello di sistema con rischi collasso.
I creditori sanno benissimo che se non accettassero di perdere il 75% del loro investimento probabilmente lo perderebbero per intero e da un comunicato sempre fatto dalla Grecia chi non aderisce “non contempla la possibilità di mettere a disposizione risorse per i creditori privati che non aderiranno al Psi”.
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