Il 2007 è stato l’anno dello scoppio della bolla immobiliare sfociata con la crisi subprime ma è anche stato l’anno dei massimi storici raggiunti dallo S&P 500, massimi mai più raggiunti. E tanto meno oggi, con un indice SPX che è “solo” a 1413. E allora come giustificare l’affermazione che lo S&P 500 è ai massimi storici (1565)?
Provate a prendere in esame non lo S&P 500 tradizionale ma lo S&P 500 Total Return Index. Ovvero l’indice che tiene conto anche dei dividendi pagati al mercato. Questo indice è arrivato esattamente ai livelli a cui quotava nel 2007.
Interessantissimo vedere come si è evoluta la storia di questo indice. Solo ultimamente si è aperto il gap tra i due grafici, in quanto solo nelle ultime stagioni le aziende hanno iniziato a pagare generosamente dividendi come mai fatto in passato. Il caso Apple è da prendere a modello.
Alcune ovvietà
a) Ovvio che se i dividendi fossero rimasti in azienda “probabilmente” oggi sarebbero inclusi nelle valutazioni di borsa.
b) Ovvio che questo cambio di gestione della distribuzione degli utili deve essere anche letto come difficoltà nell’investire il denaro generato dalla gestione dell’azionda.
c) Ovvio che oggi, la borsa USA non è ancora ai massimi storici. Ma questo grafico deve far pensare di come i mercati siano stati influenzati in tutto e per tutto dal menomeno liquidità.
Source
A STARTING WINDOW TO THE FINANCIAL WORLD
- 24ore
- Bcaresearch
- Bespokeinvest
- Bloomberg
- Business Insider
- Chartramblings
- Cnbc
- Crackerjackfinance
- Daily Finance
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mercoledì 4 aprile 2012
S&P 500: indice ai massimi storici in versione Total Return
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Mercato Americano
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