mercoledì 30 maggio 2012

Svizzera: contro Grexit controllo sui capitali in ingresso

Task force al lavoro: si studia un modo per disincentivare il flusso di capitali in ingresso in caso di Eurocrash

Se n’è parlato molto la settimana scorsa. Alcuni dirigenti dell’Unione Europea avevano invitato gli Stati a prepararsi all’ipotesi Grexit, ovvero all’eventuale uscita della Grecia dall’Euro.
Subito poi sono arrivate le smentite e i “cessate allarmi”. Ma in realtà si è voluto lanciare un sasso e poi togliere la mano, per mandare un messaggio che poi, chi voleva, recepiva ed utilizzava come preferiva.

Tra i tanti paesi molto attenti alle vicende Euro (e che non ne fa parte) cen’è uno che è interessatissimo a questa tematica, soprattutto perché è visto come l’alternativa all’Euro (valuta rifugio, paese rifugio) e sia perché eventuali shock sull’Eurozona potrebbero portare utleriore volatilità sui cambi, che vengono faticosamente tenuti sotto controllo.
Stiamo ovviamente parlando della Svizzera.
Infatti sembra proprio, da un articolo apparso sul WSJ che lo stato elvetico sia già pronto al Grexit, o comunque sia molto vicino alla costruzione di un firewall degno di nota, partendo proprio dal problema clou che si verrebbe a generare, ovvero il flusso di capitali in ingresso.

Si tratterebbe di una serie di controlli sui capitali in ingresso con una serie di disincentivi (visti già negli anni ’70) che andrebbero ad evitare una valanga di acquisti di CHF, con conseguente super rivalutazione della valuta e cross EUR-CHF che rischierebbe di saltare come una molla, oltrepassando quell’area 1.20 che la SNB sta continuando a difendere.

Immaginatevi la scena: se il cross EUR-CHF vola a 1:1, come la metterà la Svizzera con l’export? Diventerebbe dal punto di vista commerciale inavvicinabile, e l’economia elvetica andrebbe semplicemente in tilt.

Ovvio, al momento non abbiamo ancora dati certi. Però posso dirvi che c’è già una task force al lavoro per trovare la soluzione migliore.
La task force è guidata dal presidente della banca centrale svizzera Thomas Jordan, dal ministro delle Finanze Evelyne Widmer-Schlumpf più Anne Héritier Lachat, capo del servizi finanziari Finma settore regolatore.

“Dobbiamo essere preparati a qualsiasi evenienza, anche che l’UE cada a pezzi, anche se non mi aspetto che questo accada”, ha detto Jordan in un’intervista al settimanale svizzero Sonntagszeitung.
“La task force si concentra su misure che richiedono la cooperazione tra il governo e la banca centrale nella lotta contro la forza del franco svizzero”.

Tradotto significa un severo controllo sui capitali. Diciamo che questo è il minimo che dobbiamo aspettarci dalla Svizzera, e forse è anche la più facilmente fattibile come operazione a difesa di eventuale Grexit.
Credo che gli altri paesi, in particolar modo quelli membre dell’UE, avranno qualche problemino in più a creare un firewall credibile. Anche se secondo me resterà sempre inutile e mai realmente efficace.











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