mercoledì 29 febbraio 2012

Piazza Affari sale anche dopo parole Bernanke

Piazza Affari sale anche dopo le parole di Bernanke e i dati macro Usa. Dopo il dato migliore delle attese sul Pil Usa relativo al quarto trimestre (+3%), l'indice Napm di Chicago, che si basa su un'indagine condotta sui direttori d'acquisto del settore manifatturiero, a febbraio è salito a 64 punti dai 60,2 punti di gennaio e oltre il consenso (62 punti). Il presidente della Fed, Ben Bernanke, non ha potuto fare a meno di osservare che continua la ripresa dell'economia Usa "ma con un andamento irregolare e modesto", un trend che fa tuttavia prevedere per il 2012 una crescita simile o leggermente superiore a quella registrata nella seconda metà del 2011 ovvero del 2,25%. Bernanke ritiene peraltro che la ripresa irregolare negli Usa debba rafforzarsi per abbassare in fretta l'inaccettabile alto livello della disoccupazione. Il calo del tasso di disoccupazione lo scorso anno è stato più rapido "di quanto avremmo potuto prevedere" ma, nonostante la crescita media mensile di 165 mila posti nel privato (260 mila solo a gennaio) "il mercato del lavoro rimane lontano dalla normalità", ha detto davanti alla commissione Servizi Finanziari della Camera Usa. Il numero uno della Fed ha però riconosciuto che il mercato del lavoro è migliorato e che il tasso di disoccupazione a febbraio è sceso all'8,3%, tuttavia "questo continuo miglioramento ha bisogno di un rafforzamento nella crescita della domanda e della produzione". Senza contare che il recente aumento del prezzo del petrolio per le tensioni internazionali può provocare un aumento dell'inflazione e una diminuzione dei consumi. "I prezzi della benzina sono saliti", ha spiegato, "e assisteremo probabilmente a un aumento temporaneo dell'inflazione, con una riduzione del potere d'acquisto dei consumatori". Per il 2012 la stima della Federal Reserve sull'inflazione negli Stati Uniti è fra l'1,4 e l'1,8%. Mentre oltre l'Atlantico, nell'area euro, "restano sfide critiche", ha aggiunto Bernanke. Ora il Ftse Mib guadagna l'1,18% e si porta a quota 16.538 punti, con Wall Street ben impostata (+0,17% il Dow Jones e +0,15% il Nasdaq Composite salito sopra i 3.000 punti a quota 3.000,11 punti per la prima volta dal 13 dicembre 2000), mentre lo spread Btp/Bund scende ulteriormente a 334 punti base dopo la seconda operazione di rifinanziamento a 3 anni della Bce (raccolti 529 miliardi di euro). "Il calo dello spread dei Paesi periferici è uno strascico dell'asta a 3 anni della Banca centrale europea di stamattina che ha avuto una partecipazione maggiore rispetto all'operazione di dicembre", afferma Chiara Cremonesi, strategist di Unicredit, prevedendo che nelle prossime settimane l'iniezione di liquidità dell'Eurotower dovrebbe "favorire il restringimento degli spread di Italia e Spagna" per quanto riguarda le scadenze brevi. L'operazione avrà un effetto "indiretto" anche sullo spread Btp/Bund a 10 anni, con "gli investitori che si muoveranno sulle curve più lunghe perché ci sarà un miglioramento del sentiment", conclude l'esperta. Il dollaro guadagna terreno sull'euro (ora il cambio è a 1,3394, in mattinata era andato sopra 1,34). "Le parole del presidente della Fed sul mercato del lavoro Usa hanno provocato una speculazione sul fatto che non ci sarà un QE3", sostiene una forex strategist.

Francesca Gerosa MF online source

Nessun commento: